giovedì 23 febbraio 2012

Pesca e agricoltura: tra imprenditori facoltosi e lavoratori sempre più poveri.


Molte volte mi fermo a parlare con dei amici e scopro davvero delle tristi realtà che riguardano il mondo del lavoro, ad esempio in agricoltura il lavoro più pesante lo fa chi lavora nei campi, devi arare la terra seminare e raccogliere la coltivazione sperando che il tempo non riservi brutte sorprese, poi ci sono gli anni in cui devi competere con dei raccolti che arrivano da Albania o Grecia a prezzi inferiori, come ad esempio le olive che costano meno di quelle italiane perché il prezzo di manodopera è inferiore, a farne le spese è sempre il più debole che deve ribassare drasticamente i prezzi del raccolto o delle volte lascia la coltivazione marcire nei campi. Se vuoi vendere un chilo dei pomodori raccolti nel tuo campo devi accontentarti dei 20 0 30 centesimi al chilo e se questi vengo venduti a 2.50 o 3€ è inutile che ti lamenti nessuno ti ascolta. Nel campo della pesca il discorso non cambia, c’è sempre un imprenditore che fa da intermediario che si preoccupa di vendere il tuo pescato, quindi dopo giorni dimagra può capitare che peschi 15 quintali di pesce della qualità Bocca D’oro (per esempio) questi li pagano un euro a te pescatore mentre si rivendono tra i 7 o i 5€ al banco delle pescherie, se poi il tuo pescato supera quei 15 quintali, gli altri pesci ti verranno pagati a 50 centesimi al chilo, perché risulta invendibile per l’intermediario, quindi la domanda viene spontanea: “perché in questi casi non chiamano un altro intermediario che compri il restante pescato sempre a un euro?” Semplice perché devono rimanere sempre fedeli a solo uno di questi imprenditori e chi sgarra viene poi mal visto da tutti gli intermediari, ma delle volte penso. “che colpa ho io se ho pescato di più e tu imprenditore non puoi conservare il resto per motivi di spazio o altro?” Basterebbe farmi vendere l’altro pesce ad altri imprenditori sapendo sempre che tu sarai sempre il mio intermediario preferito per le prossime pescate.
Se oggi viviamo queste tristi realtà è perché il mercato lo fanno i grandi imprenditori che sono padroni di tutti i mercati e quindi se vuoi vendere il tuo prodotto agricolo o il tuo pescato devi sempre bussare alla porta di questa gente, qui non ci sono regole di mercato ma è un gioco allo strozzinaggio, della serie se volete campare accontentatevi di questi soldi e basta, poco conta se poi il tempo guasta una coltivazione e tu ci perdi tempo e tanto denaro, così poco conta il fatto che tu rischi la tua vita ogni giorno a mare sfidando il tempo , le avarie della tua barca ed altro, poi andrai sempre a vendere il tuo pescato a 4 soldi che a te serviranno per mangiare e ad altri invece serve per arricchirsi sempre di più e ingrandire questo tipo di mercato che impone le sue regole, che fa chiudere piccole pescherie che non reggono la concorrenza, che hanno la scusante di far lavorare tanta gente anche se guadagnano il giusto per sopravvivere. Conclusione del mio ragionamento: “è inutile che vi ammazzate di lavoro, il vostro futuro è segnato dai soliti tre o quattro capitalisti che stanno comprando voi le vostre famiglie e per l’appunto il vostro futuro”

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